Ormai non solo gli animali sono in via d'estinzione, ma anche le
parole della nostra amata lingua italiana. Basta pensare, infatti, a tutti quei
vocaboli che ormai sono caduti in disuso e a tutti quelli che, ogni giorno,
vengono "storpiati" nel linguaggio dei SMS. Perfino il termine "desueto"
ha visto ricadere su di sé il suo stesso significato, entrando nella lista di
tutti quei termini destinati a finire nel dimenticatoio.
Sempre più spesso i vocabolari vengono aggiornati con le nuove
parole del cosiddetto slang giovanile,
termini derivati molto frequentemente dall’inglese che, in seguito, hanno
subito “un’italianizzazione”, mentre parole come uggioso, astruso o obsoleto vengono relegate in un
libricino in allegato in cui si possono trovare, appunto, tutte queste
espressioni definite in via d’estinzione.
Naturalmente, è logico che una lingua viva subisca dei
cambiamenti, ma non per questo bisogna accettare la sua atrofizzazione, il
fatto che stia perdendo tutte quelle innumerevoli sfumature che ci permettevano
di esprimere ogni concetto nel migliore dei modi. Oggi, invece, ci si
accontenta di “farsi capire”, riducendo al minimo sindacale il lessico
utilizzato, sia nello scritto che nel parlato. L’uso improprio della parola
“coso” nelle sue varie accezioni, da sostituto di un nome proprio o di un
oggetto, è un chiaro esempio di come questa nostra “pigrizia linguistica” stia
impoverendo la lingua italiana, di per sé molto ricca e complessa.
Il problema principale che nasce da questo fenomeno di
trasformazione della lingua, definito, in modo molto ottimistico, evoluzione, è
la conseguente impossibilità di esprimersi con precisione, diventando così
facilmente manovrabili. “Ma io non intendevo dire questo!”, ci si lamenta,
allora, quando qualcuno, furbescamente, approfitta della mancanza di correttezza
nelle nostre esposizioni, per rigirare il discorso a suo favore. Proprio a
questo serve un lessico vario! A rendersi inattaccabili e a non dare a nessuno
la possibilità di fraintendere ciò che si vuole dire. Per questo motivo non
bisogna accettare passivamente questo abbassamento culturale, promosso, molto
spesso, dalla televisione, che tende a mandare in onda programmi lobotomizzanti
di scarso contenuto logico, ma, piuttosto, cercare di riscoprire e riportare
alla luce tutti quei termini minacciati dalle ombre dell’oblio.
Le trasformazioni e i cambiamenti sono naturali e accettabili,
ma cerchiamo di non dimenticare le “pietre miliari” della nostra lingua
italiana.