martedì 7 gennaio 2014

Il segreto di Jane Austen

 
 
Jane Austen (1775-1817) è una delle scrittrici inglesi più lette al mondo: i suoi romanzi, nonostante i due secoli passati dalla loro prima pubblicazione, non conoscono momenti di crisi e continuano ad essere ristampati. Il  grande critico Edmund Wilson scrisse, infatti: "Nelle molte rivoluzioni del gusto che hanno segnato le lettere inglesi, forse soltanto due sono le glorie letterarie che non hanno subìto nel tempo scossoni di sorta: William Shakespeare e Jane Austen".

In occasione del bicentenario della pubblicazione del più noto romanzo austeniano, Orgoglio e Pregiudizio (Pride and Prejudice - terminato nel 1797e pubblicato nel 1813), è giusto mettere in evidenza le caratteristiche raffinate e approfondite dello stile dell’autrice, che si possono ritrovare facilmente anche in tutti gli altri cinque libri (Sense and Sensibility 1811, Mansfield Park 1814,  Emma 1816, Persuasion  fine 1817 e Northanger Abbey 1818).

Il segreto della scrittura della Austen è racchiuso nella minuziosità delle descrizioni dei suoi personaggi e della società in cui essi vivono. L’autrice non fu sicuramente una “donna di mondo”, ma riuscì, attraverso le sfumature dei suoi racconti, a fornirci un perfetto ritratto del suo mondo, ovvero quello delle classi medio-alte dei proprietari terrieri inglesi. In una lettera scherzosa e pungente, Jane Austen definisce così la propria scrittura: “[...]quel pezzettino di avorio, largo due pollici, sul cui lavoro con il più fine dei pennelli, in modo da produrre il minimo degli effetti con il massimo dello sforzo [...]”, riferendosi alla costante concetrazione sul microcosmo che la circonda, dal quale riesce ad estrarre quella che Antonio Bertolucci ha definito: “Una commedia umana limitata nell’estensione, non nella profondità”. Inoltre, nonostante l’autrice sia vissuta durante il periodo della Rivoluzione americana e francese, il centro di tutti i suoi romanzi sono le relazioni e gli affari di cuore delle ragazze del tempo. Questo fatto, ancora una volta, ci dimostra l’estraneità che la Austen ha dimostrato nei confronti dei grandi eventi della storia, preferendo dare spazio ai piccoli fatti quotidiani.

Molti hanno definito le sue opere come: romanzi di pettegolezzi non tanto lontani da quelli odierni”, forse anche in senso dispregiativo, ma, in ogni caso, si può partire proprio da questa affermazione per soffermarsi poi sul fatto che i personaggi e le situazioni descritte sono estrememente attuali. Basta togliere un po’ di nastri e merletti per avere davanti agli occhi un cameo di eventi e persone da poter incastonare nell’anello della vita di tutti i giorni.

Un elemento che contribuisce in gran parte all’attualità dei romanzi è la pungente ironia che l’autrice dimostra nei confronti della sua società. Nessuno viene risparmiato, neppure le protagoniste, che vengono delineate mediante i loro pregi, ma anche i numerosi difetti. Le vediamo troppo sognatrici e avulse dalla realtà come Catherine Morland, troppo buone e ingenue come Jane Bennet, troppo sentimentali e passionali come Marianne Dashwood o freddamente razionali e sempre controllate come Elinor Dashwood, vanitose e arroganti come Emma Woodhouse, deboli e facili da persuadere come Anne Elliot. Anche l’eroina più celebre di tutte, Elizabeth Bennet, alla fine deve ammettere il suo orgoglio e gli innumerevoli pregiudizi, prima di raggiungere l’immancabile lieto fine.

 Il pregio più grande di Jane Austen sta proprio nella sua abilità nel descrivere i personaggi, lungi dall’essere un ideale di perfezione irragiungibile, facendoli diventare vivi e reali, perfettamente riconoscibili in persone comuni di ogni tempo. Grazie agli splendidi e arguti ritratti che l’autrice ci fornisce, non è di certo impossibile imbatterci in un Mr. Darcy che si allena in palestra o in una Emma Woodhouse che cammina per le strade della nostra città. Potremmo facilmente trovare un Mr. Collins in jeans e T-shirt, come una  Marianne Dashwood in tuta da ginnastica.

In poche parole, la Austen non si limita a dimostrare, con sottile e spietata ironia, quanto fossero ottuse e ingiuste alcune convenzioni, ma lotta contro la stupidità in generale, l’orgolio, il pregiudizio, l’arroganza e tutte quelle cose che, se sommate, portano al regredire dell’uomo e della donna, ieri come oggi.

Possiamo quindi affermare che, nonostante siano passati molti anni, le discoteche abbiano preso il posto delle sale da ballo, e i corsetti siano stati sostituiti dalle magliette attillate, i vizi, come le virtù, che i personaggi della Austen incarnano, non possono che essere eterni.

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