Jane Austen (1775-1817) è una delle scrittrici inglesi più lette al mondo:
i suoi romanzi, nonostante i due secoli passati dalla loro prima pubblicazione,
non conoscono momenti di crisi e continuano ad essere ristampati. Il grande critico Edmund Wilson
scrisse, infatti: "Nelle molte
rivoluzioni del gusto che hanno segnato le lettere inglesi, forse soltanto due
sono le glorie letterarie che non hanno subìto nel tempo scossoni di sorta:
William Shakespeare e Jane Austen".In occasione del bicentenario della pubblicazione del più noto romanzo austeniano, Orgoglio e Pregiudizio (Pride and Prejudice - terminato nel 1797e pubblicato nel 1813), è giusto mettere in evidenza le caratteristiche raffinate e approfondite dello stile dell’autrice, che si possono ritrovare facilmente anche in tutti gli altri cinque libri (Sense and Sensibility 1811, Mansfield Park 1814, Emma 1816, Persuasion fine 1817 e Northanger Abbey 1818).
Il
segreto della scrittura della Austen è racchiuso nella minuziosità delle
descrizioni dei suoi personaggi e della società in cui essi vivono. L’autrice
non fu sicuramente una “donna di mondo”, ma riuscì, attraverso le sfumature dei
suoi racconti, a fornirci un perfetto ritratto del suo mondo, ovvero quello delle classi
medio-alte dei proprietari terrieri inglesi. In una lettera scherzosa e
pungente, Jane Austen definisce così la propria scrittura: “[...]quel pezzettino di avorio, largo due pollici, sul cui lavoro con
il più fine dei pennelli, in modo da produrre il minimo degli effetti con il
massimo dello sforzo [...]”, riferendosi alla costante concetrazione sul
microcosmo che la circonda, dal quale riesce ad estrarre quella che Antonio
Bertolucci ha definito: “Una commedia
umana limitata nell’estensione, non nella profondità”. Inoltre, nonostante
l’autrice sia vissuta durante il periodo della Rivoluzione americana e
francese, il centro di tutti i suoi romanzi sono le relazioni e gli affari di
cuore delle ragazze del tempo. Questo fatto, ancora una volta, ci dimostra
l’estraneità che la Austen ha dimostrato nei confronti dei grandi eventi della
storia, preferendo dare spazio ai piccoli fatti quotidiani.
Molti hanno definito le sue opere come: “romanzi di
pettegolezzi non tanto lontani da quelli odierni”, forse anche in
senso dispregiativo, ma, in ogni caso, si può partire proprio da questa
affermazione per soffermarsi poi sul fatto che i personaggi e le situazioni
descritte sono estrememente attuali. Basta togliere un po’ di nastri e merletti
per avere davanti agli occhi un cameo di eventi e persone da poter incastonare
nell’anello della vita di tutti i giorni.
Un
elemento che contribuisce in gran parte all’attualità dei romanzi è la pungente
ironia che l’autrice dimostra nei confronti della sua società. Nessuno viene
risparmiato, neppure le protagoniste, che vengono delineate mediante i loro pregi,
ma anche i numerosi difetti. Le vediamo troppo sognatrici e avulse dalla realtà
come Catherine Morland, troppo buone e ingenue come Jane Bennet, troppo
sentimentali e passionali come Marianne Dashwood o freddamente razionali e
sempre controllate come Elinor Dashwood, vanitose e arroganti come Emma
Woodhouse, deboli e facili da persuadere come Anne Elliot. Anche l’eroina più
celebre di tutte, Elizabeth Bennet, alla fine deve ammettere il suo orgoglio e
gli innumerevoli pregiudizi, prima di raggiungere l’immancabile lieto fine.
Il pregio più grande di Jane Austen sta proprio
nella sua abilità nel descrivere i personaggi, lungi dall’essere un ideale di
perfezione irragiungibile, facendoli diventare vivi e reali, perfettamente
riconoscibili in persone comuni di ogni tempo. Grazie agli splendidi e arguti
ritratti che l’autrice ci fornisce, non è di certo impossibile imbatterci in un
Mr. Darcy che si allena in palestra o in una Emma Woodhouse che cammina per le
strade della nostra città. Potremmo facilmente trovare un Mr. Collins in jeans
e T-shirt, come una Marianne Dashwood in
tuta da ginnastica.
In poche
parole, la Austen non si limita a dimostrare, con sottile e spietata ironia,
quanto fossero ottuse e ingiuste alcune convenzioni, ma lotta contro la
stupidità in generale, l’orgolio, il pregiudizio, l’arroganza e tutte quelle
cose che, se sommate, portano al regredire dell’uomo e della donna, ieri come
oggi.
Possiamo
quindi affermare che, nonostante siano passati molti anni, le discoteche
abbiano preso il posto delle sale da ballo, e i corsetti siano stati sostituiti
dalle magliette attillate, i vizi, come le virtù, che i personaggi della Austen
incarnano, non possono che essere eterni.
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